Medicina e Salute a Roma

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    Plinio il Vecchio afferma che a Roma si erano catalogate (NDR: catalogate, non scoperte le cure) più di 300 malattie, soprattutto gastrointestinali e della pelle dovute alla scorretta dell'alimentazione. Un discorso a parte va fatto per le epidemie (malattie altamente contagiose a rapida diffusione), esse sono originate da carestie e nuovamente dalla cattiva alimentazione. Le epidemie o pestilenze erano meno frequenti a causa delle ottime condizioni igeniche. I romani infatti andavano quotidianamente alle terme e era presente un ottimo sistema di irrigazione che trasportava l'acqua nelle terme, in città, nelle fontane pubbliche e addirittura nelle case dei ceti più abbienti (NB: Dovrebbe voler dire più ricchi, se ho sbagliato termine avvertitemi). Il limite più grave del sistema igenico romano era la mancanza di medici pubblici o che prestassero servizio nelle città. I medici erano infatti unicamente a scopo militare. Per compensare a questa grave mancanza Gaio Giulio Cesare concesse la cittadinanza ai medici che si trasferirono in pianta stabile nella capitale, e successivamente altri imperarori concessero l'esonero dalle tasse e dagli obblighi pubblici. Nessun'imperatore purtroppo pensò di rendere gratuiti il servizio e qundi i medici erano destinati solamente ad una parte della popolazione. Gli altri dovevano affidarsi a medici mediocri o ciarlatani incompetenti in quanto non erano presenti controlli sulle professioni.

    PS: Provate a pensare al medico di Cesare nel libro "Le Idi di Marzo": il medico abita a Roma (isola Tiberina) e ha come clienti soltanto personaggi importanti o ricchi; non parla mai di aver contatti con il popolo a cui chiedere informazioni sulla congiura.
     
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